Sono le 23 di mercoledì 24 agosto e sto scrivendo dal traghetto che mi sta riportando “in continente”. Ancora poche ore e le vacanze saranno ufficialmente finite.
Ero partito ripromettendomi di scrivere qualche articolo sul mio blog, ma non l’ho fatto.
Non perché abbia spento il cervello in queste quattro settimane, anche perché, dopotutto, sono sempre stato parzialmente attivo e assolutamente “connesso” (come testimonia la mia costante presenza estiva sulla mia pagina di Facebook!). Ma semplicemente perché in questa vacanza ho davvero “riposato” come non facevo da tempo.
Riposato fisicamente e riposato mentalmente.
E in quell’ottica di riposo, scrivere sul blog mi faceva fatica!… E quindi non l’ho fatto!!!
In realtà, volendo, avrei avuto un sacco di argomenti su cui scrivere:
ad esempio avrei potuto commentare la chiusura della nostra stagione 2010/11, conclusa per l’ennesima volta con numeri record (personalmente ho “visto” più di 22.500 partecipanti ai miei corsi o seminari!);
oppure avrei potuto commentare alcune notizie di attualità che davano spunti davvero interessanti legati a ciò di cui personalmente mi occupo, come la morte di Amy Whinehouse, o i “problemi” esistenziali di Vasco Rossi, o le rivoluzioni in atto in Africa, così come la crisi economica che promette sconquassi planetari;
o magari potevo raccontarvi dei successi degli atleti che ho iniziato ad affiancare nella preparazione delle prossime olimpiadi (e di questo presto vi racconterò!);
così come avrei potuto parlarvi dell’Italian Leadership Event, lo straordinario evento che stiamo organizzando per il 14 e 15 ottobre a Milano (e di questo si-cu-ra-men-te scriverò in questi giorni!);
o magari iniziare a incuriosirvi su quell’altro progetto, quello molto “avanti”, sul quale stiamo lavorando da alcuni mesi e mi sta facendo incontrare un sacco di personaggi importantissimi… Cioè, quel progetto che… No dai, questo per il momento è ancora presto!!!
Si, insomma. Cosa da dire ce n’erano.
Voglia di farlo, non molta!…
E quindi ho preferito stare al sole di giorno e divertirmi spensierato la sera, passando tantissimo tempo con la Roby e Ricky e anche un po’ con me stesso.
Ma da domani si ricomincia.
E tornerò con regolarità a comunicare con voi!
Per il momento però è tutto.
Ufficialmente sono ancora in ferie!
Umberto
Ben tornato alla base Roby e se posso permettermi, hai fatto bene!
Se le ferie non sono completamente rilassanti o divertenti che ferie sono?!?!
Giusto staccare la spina, godersela, non pensare a niente e ricaricare le batterie, non siamo robot.
Andrea
Ciao Roberto e tutti,
ben tornati!
Intanto gia’ posso immaginare quello che, Roberto, scriverai a proposito di Vasco Rossi… eh si’, lo condivido pienamente… niente male se lo anticipogia’? ;)) Credo che Vasco Rossi sia l’Elvis Presley italiano! Infatti entrambi (ovviamente non sto dicendo che siano gli unici nel mondo della musica e dell’arte) vivano ed hanno vissuto esperienze diverse da quelle di prima e di seconda classe… Dico questo anche perche’ non saprei dire quanto o meno gli piacessero rifugiarsi nella droga (personalmente credo che queste riguardino esperienze di terza classe, altrimenti avrei dei dubbi chele vivano, a meno che non lo facciano semplicemente per necessita’)…
In entrambi i casi, comunque, sia che si tratti di terza o quarta classe, chiunque si trovi costretto (o abbia voglia) di vivere queste esperienze hanno una bassissima autostima o, piu’ semplicemente, non hanno trovato il modo di fare della propria vita il capolavoro che merita di essere ;)).
Personalmente, se per evolverci nella musica commerciale gli artisti debbano fare uso di sostanze stupefacenti o altrimenti acquisire abitudini poco sane, preferisco mille volte coltivare queste arti semplicemente con il sano gusto di divertirsi, piuttosto che farne un commercio, che alla lunga credo ci si sente sovraffatti a causa della continua e costante corsa al successo a cui mirare ma senza poi goderne pienamente.
Comunque, sono convintissimo del fatto che oggi si possono contare sulla punta delle dita di una mano (forse sarebbe anche troppo) gli artisti che si divertano a seguire il proprio sogno (mi riferisco naturalmente al sogno di esprimersi al meglio piuttosto che inseguire un successo fine a se stesso)…
Il punto credo sia che quando si fissano delle mete da raggiungere mentre si dedicano all’arte o alla musica difficilmente troveremo persone che si interrogano su quali valori soddisferebbero… e per quale motivo vorrebbero soddisfarli.
Parlano di successo in termini astratti e superficiali, senza pero’ interrogarsi su cosa vorrebbero veramente dal successo, o comunque a cosa li portera’ o a cosa vorrebbero che li porti.
Risultato? Finiscono la propria carriera nel piu’ miserabile dei modi, perche’ credo non ci sia niente di piu’ sconfortante per un artista che smettere improvvisamente di suonare e divertirsi in pubblico trovandosi ad incidere CD nelle quattro mura domestiche.
Andrea