Milano, Torino, Venezia. E poi Bologna e Ancona. Ma anche Bari e Napoli, per risalire poi a Firenze e a Roma. Ogni sera una città diversa. Un vero tour a mo’ di Rockstar!… 🙂

Si sta trasformando in una vera e propria girandola di sensazioni – motivanti e positive al tempo stesso – questo giro d’Italia che ho iniziato a compiere dal 23 febbraio scorso per presentare il mio nuovo libro “Cambiare senza paura”, pubblicato da Mondadori a circa undici anni di distanza dall’uscita del mio primo, “Leader di te stesso” (che resta il testo di formazione più venduto in Italia, con oltre 300.000 copie).

Riempire i teatri di mezza Italia, con una media di quasi 800 persone a sera, in un periodo in cui molti attori e comici di professione faticano a radunarne anche solo la metà, è davvero una grande emozione. Uno splendido esempio di riprova sociale, ormai giunto al giro di boa (dal 17 marzo, infatti, riprenderemo da Verona, per poi, in aprile, andare a Lecce, Salerno, Catania, Genova, Viareggio, Rimini, Trieste. E poi ancora a Milano e Roma per un ultimo bis e le “new entry” Brescia e Cagliari a fine maggio).

Insomma un primo bilancio davvero a grandi livelli, dove la risposta del pubblico sta raggiungendo picchi quantitativi e qualitativi. Lo vedo e lo sento dai messaggi che mi arrivano sui social network, dalle centinaia di autografi con dedica che ogni sera ho il piacere di firmare sulle nuove copie del libro. Dall’attenzione con cui le persone si accostano al tema del cambiamento, una sfida che non prevede pareggio, ma soltanto vittoria o sconfitta.

Questo libro nasce infatti da un’esigenza forte, fortissima, che ci circonda senza attenuanti. I vecchi schemi mentali risultano inefficaci sul lavoro, nelle relazioni, nel rapporto tra genitori e figli. Tutto è cambiato! E la cosa peggiore è far finta di nulla, rifiutare di prendere atto che il mondo intorno a noi viaggia ormai a una velocità che solo fino a pochi anni fa era impensabile anche solo da immaginare.

Durante questi “One Night Seminar”, vere e proprie sessioni di formazione dal vivo, racconto storie, esempi di cambiamento, veloci strategie per vincere questa sfida che tante paure, frustrazioni e ansie genera in moltissimi di noi. “Il cambiamento non va subìto – insisto con il pubblico – ma cavalcato e utilizzato positivamente”.

E devo dire che, girando l’Italia, ho scoperto ciò che già sapevo: ovvero che le domande, i timori così come le ambizioni sono più o meno le stesse, da Nord a Sud, da Napoli a Venezia, da Milano a Roma. Di contro, ho avuto conferme sul fatto che, a dispetto di una nazione che pare refrattaria al cambiamento e sempre più lenta in un mondo sempre più veloce, l’italiano che affronta il cambiamento a testa alta e con la giusta dose di coraggio, mette in campo una creatività e una velocità di esecuzione mentale che non ha pari al mondo. Peccato solo che mediamente continuiamo a essere un popolo di presuntuosi, anche un po’ superficiali. Decisamente portati a sentirci “di successo” non appena abbiamo imparato una mezza cosa, salvo poi mollare a metà percorso per mancanza di persistenza e overdose di procrastinazione. Ma sta a noi scegliere che tipo di persona essere: se l’italiano “vecchio stile”, costantemente legato a vecchi schemi e a vecchie scuse, oppure un cittadino di questo mondo diverso, difficile, ma al tempo stesso pieno di opportunità.

Un’ultima cosa mi sta a cuore segnalarti, visto il grande successo di queste prime settimane. Si tratta dell’APP che accompagna “Cambiare senza paura”, uno strumento digitale gratuito (per iOS e Android) per rendere la lettura di questo nuovo libro un momento coinvolgente e di grande interazione. Risorse, video, contenuti extra, suggerimenti: tutti scaricabili in pochi secondi! Un lavoro approfondito e meticoloso di cui vado particolarmente fiero e che rappresenta una novità assoluta nel panorama dei libri di formazione a livello mondiale. Per questo sento “Cambiare senza paura” come una proiezione tascabile della figura del Coach. Figlio di quest’era digitale, frenetica, ma di grande fascino e immense potenzialità.

Roberto Re