Non ricordo esattamente la fonte e neanche molto bene in che occasione ho sentito questa frase: “Come fai una cosa, le fai tutte!”.

Wow che affermazione !! Sicuramente parole su cui fermarsi a riflettere.

Vorrà mica dire che, se non sono costante nel gestire la mia forma fisica, sarò incostante anche nel gestire le mie relazioni? O che se sono superficiale nel pianificare le scadenze nel lavoro, lo sarò allo stesso modo nelle mie scadenze personali?

Aiutooooo, se così fosse sono spacciata, mi sono detta tanto tempo fa…

In effetti erano molte le attività che gestivo in maniera sbagliata: probabilmente in diverse di queste applicavo la stessa identica strategia. “Beh, poco male” mi sono detta. Cominciamo da una cosa e poi vediamo come va con le altre.

Iniziare dal lavoro è stato più facile. All’epoca davo il via a mille cose ma non ne portavo a termine una. Mi lasciavo distrarre da nuove attività o da chiunque mi chiedesse aiuto. Mi lamentavo, mi concentravo sugli errori e creavo inutili discussioni, per non parlare delle eccessive polemiche che non portavano mai nulla di buono.

Di fatto, arrivavo a fine giornata con uno stato di frustrazione addosso, senza aver ottenuto risultati reali: puoi immaginare quanto fossi demoralizzata…

Quando ho sentito quella frase, ho deciso allora di interrompere lo schema: qualcosa sarebbe dovuto cambiare!

COME?

 

INIZIA E FINISCI e VIVI QUI&ORA

 

Queste sarebbero state le mie nuove linee guida, il mio nuovo mantra, il mio unico focus e codice di condotta. Imparare a rimanere concentrata su ciò che avevo cominciato e sul risultato che volevo portare a casa. Cercando di fare il tutto con serenità.

Ovviamente facile da dirsi, ma difficile da mettere in pratica. Non mi ero infatti resa conto che esistevano ben altri motivi a impedirmi di portare avanti ciò che avevo iniziato. Non riuscivo ad agire senza stress.

Quali erano i motivi? La paura del risultato. Di non essere all’altezza.

Continue domande del tipo: “E se sbaglierò la scelta del cliente? La strategia? I partner con cui svolgere il progetto?”

Ero piena di dubbi e di paura del fallimento. Soprattutto mi rendevo conto che non ero mai nel presente: ero sempre proiettata al domani.

Questi erano i reali motivi che mi facevano iniziare le cose, portandole avanti con estrema difficoltà e molta fatica.

In pochissimo tempo mi sono accorta che il dialogo interno era un DISASTRO. E la stessa strategia la usavo nella mia vita privata! Non mi concentravo nel “qui e ora”, ma mi proiettavo nel futuro.

L’apice dello stress si è amplificato con la nascita del primo figlio, perché la strategia era veramente la stessa. “E se sbaglio? Se non riesco a mantenere la promessa che gli ho fatto? Cosa penserà di me?”

Interrompere lo schema non è stato facile, soprattutto non immediato. Chiedendo aiuto e imparando nuovi strumenti, alla fine è stato però molto meno doloroso di ciò che pensavo.

La cosa straordinaria è che questo CAMBIAMENTO è diventato permanente..!! Ho imparato infatti a interrompere i vecchi schemi di pensiero e la sequenza di comportamento in ogni ambito della mia vita.

Diciamo forse che è proprio vero: “Come facciamo una cosa, le facciamo tutte”.

Prenditi anche tu del tempo necessario e chiediti quale sia lo schema che desideri interrompere. Sarà di certo una strategia non più produttiva per il tuo benessere!

Ricordati però che non basta individuarlo: solo se farai una serie di azioni concrete, allora le cose cambieranno nella direzione che vuoi.

Francesca Romano

 

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Avevo tre anni e ancora non dicevo una parola, i miei genitori mi avevano portato da diversi specialisti e la risposta era sempre la stessa: “Vostra figlia sta benissimo ma non sente l’esigenza di comunicare con le parole… comunica con gli occhi e i suoi gesti. Abbiate pazienza e quando si sentirà pronta comincerà a parlare!”.

Negli anni ho recuperato, ma prima di conoscere la formazione non ero un’ottima comunicatrice: ciò che mi ha sempre contraddistinto era il cuore e la passione che ci mettevo nell’affrontare qualunque argomento, sia personale che professionale. Anche quando mi esprimevo su temi semplici, spesso però il cuore e la passione che ci mettevo venivano scambiati per aggressività! Di conseguenza le incomprensioni, i malintesi, i conflitti e i malumori non tardavano a crearsi. La mia frustrazione cresceva sempre di più… Sentivo che non potevo e non volevo mollare: dovevo capire come far arrivare il mio cuore agli altri, invece dell’aggressività.

Se rifletti ascoltando per un attimo i cantanti, ti accorgi subito di chi ci mette il cuore e chi no. Anche fra gli attori: alcuni ci mettono tutta la loro passione interpretando quel ruolo come se fosse la loro vera identità, l’espressione del viso e il tono di voce cambiano. Oltre a cantanti e attori, pensa allo sport: chi vince la gara ha sempre qualcosa in più rispetto a chi non ha vinto; spesso non bastano tecnica e talento, per fare la differenza è necessario attingere al proprio cuore.

Ti ricordi a scuola? C’erano insegnanti che quando facevano lezione ti coinvolgevano, potevi stare lì ad ascoltare per ore… Altri invece che, già dopo pochi minuti, ti spingevano altrove con i tuoi pensieri e non capivi più nulla della lezione. Cos’era dunque a renderli così diversi?

Alcuni di loro ti parlavano con il cuore, erano innamorati della loro materia, erano sinceramente interessati a far sì che tu potessi capire profondamente ciò che stavano spiegando. Non erano in classe solo perché dovevano esserci, ma perché avevano scelto di esserci. Amavano smisuratamente ciò che insegnavano e questo traspariva da tutti i pori, dalla loro espressione del viso, dal colore della loro pelle, da come muovevano le loro mani e si avvicinavano a scrivere sulla lavagna, da come passavano in mezzo ai banchi e ti guardavano negli occhi, o magari presi dalla spiegazione ti toccavano un braccio o ti appoggiavano la mano su una spalla.

Non lo facevano con un obiettivo pratico, alla fine del mese il loro stipendio sarebbe rimasto uguale al precedente. Lo facevano per il gusto di metterci l’anima, il cuore, la passione.

Per anni sono rimasta affascinata da questo dono pensando che fosse il talento di pochi eletti, con gli anni ho cambiato idea. Ho trovato degli strumenti che mi hanno permesso d’imparare a trasformare in “cuore” quell’aggressività di cui ero accusata.

Questo mi ha permesso di comprendere che “parlare con il cuore” non è il dono di pochi eletti ma è un’abilità che possono sviluppare tutte le persone che vogliono vincere con gli altri, tutti quegli individui che hanno veramente a cuore i propri interlocutori.

Parla con il cuore chi ascolta e non giudica, chi mette davanti a se stessi la cosa più giusta e non quella più conveniente. Certo non si può imparare in un giorno, è il frutto di un percorso dove scopri te stesso e capisci veramente cosa vuoi e cosa vuoi dare di te al resto del mondo.

Da bambina a soli tre anni lo sapevo già: le parole possono essere fraintese e giudicate, gli occhi no! Gli antichi greci dicevano che gli occhi sono lo specchio dell’anima e che la nostra anima è la parte più profonda del nostro cuore.

Se vuoi smettere di essere frainteso e desideri far arrivare il tuo messaggio in modo profondo e chiaro, è giunto il momento di iniziare un percorso e approfondire più chiaramente cosa vuoi esprimere di te, al mondo che ti circonda.

Francesca Romano

 
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La vera leadership è un variegato insieme di risorse che si integrano per formare “la differenza che fa la differenza”. Se la paragonassimo ad uno strumento musicale, potremmo immaginarla come un pianoforte, così tanti tasti e altrettante corde tese al punto giusto, né troppo né troppo poco. Quanta perizia nell’assemblare uno strumento capace di scuotere gli animi e di incantarli, di commuovere e di atterrire, di ispirare o rintuzzare.

Ma a che serve tanta perfezione se non si possiedono le conoscenze necessarie a ricavarne il miracolo della musica, che scopo ha se, manca la volontà di imparare?

Ora, qual è la prima regola per diventare un pianista di successo? Puoi chiederlo ad ogni pianista sulla faccia della terra e la risposta sarà sempre la stessa, ossia: amare il pianoforte!

Vuoi imparare a suonare uno strumento? Amalo! Amalo nella sua interezza e in ogni parte. Amalo come si ama una persona insieme alla quale si vogliono vivere momenti meravigliosi e generare risultati straordinari.

Non sarà mai ripetuto abbastanza: essere un leader, oggi più che mai, richiede un grande senso di dedizione. Verso chi? Ma verso se stessi, naturalmente! Verso i propri valori, le proprie decisioni, i propri sogni e i propri obiettivi.

E, immediatamente dopo, verso gli altri.

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