La sicurezza è sinonimo di felicità?
Spesso l’equazione tra le due risulta molto più complessa di quanto sembri. Troppe infatti sono le varianti “incognite” che ci spingono verso un percorso di vita improvvisato, nella perenne ricerca di soluzioni “last minute”.

Noi spesso costruiamo a tavolino le nostre certezze, in base a bisogni primari che richiedono immediata soluzione e che non ci lasciano il tempo di capire se davvero stiamo procedendo nella giusta direzione .
Cosi, per colmare il vuoto di una necessità impellente siamo disposti a non uscire mai dalla nostra zona di comfort fatta di vecchie abitudini e polverose certezze, o comunque a spostare impercettibilmente la linea di confine fino alla quale siamo pronti a spingerci.
Spesso restiamo ancorati a schemi passati, che non ci appartengono più, piuttosto che ergerci “pionieri del nuovo mondo” che ai nostri occhi appare insidioso e traballante.

In realtà non vogliamo fare quel passo in più che ci farebbe scoprire nuove percezioni e quindi orientarci verso nuove soluzioni.
Non vogliamo desiderare.. perchè il desiderio porta al movimento e noi invece restiamo statici.
Quanto siamo disposti a mettere in gioco del nostro tesoro fatto di certezze fittizie e false realtà per arrivare alla felicità?

Per fare questo basterebbe uscire dalla nostra area di conoscenza e spaziare, magari a tentoni, in uno spazio del tutto nuovo che non è mai un luogo angusto ma solo inesplorato
Siamo terrorizzati dal rischio, non solo di cadere ma anche di farcela.. Certo, perchè essere felici implica adattarsi al bello al buono, a quel vivere bene che per troppo tempo ci è mancato e che sbaraglia in un momento tutte le regole del gioco.

Se immaginassimo per un attimo che ciò che ci toglie da una sicurezza (costruita su dei limiti) e che ci porta al desiderio (fatto di prospettive e possibilità) fosse un viaggio e non una meta ci sentiremmo premiati in amor proprio.. ad ogni passo in più fatto verso l’unica certezza alla quale davvero dovremmo aspirare.. star bene con noi stessi.