Profeti, esperti, tuttologi, critici. Hai notato che il mondo sta prendendo sempre più questa direzione? Tutti giudici di talent, tutti esperti, tutti formatori e dispensatori di consigli… Ma se il numero di questi “saggi” supera quello di coloro che agiscono, creano, realizzano, la storia come va a finire?

La caratteristica che contraddistingue le molte persone di successo che ho conosciuto in questi anni è fondamentalmente una: sono persone che fanno! Agiscono per se stessi, per motivazioni interne, non per ottenere il riconoscimento di qualcuno dall’esterno.

Questi individui hanno ben chiari gli obiettivi da raggiungere, le persone che vogliono essere, gli standard di qualità da dare alla propria esistenza. La chiarezza puoi averla maturata perché qualcuno ti ha guidato da piccolo, o perché hai seguito modelli positivi durante la crescita, o perché sei diventato consapevole che se non avessi preso delle decisioni, il mondo esterno avrebbe deciso per te. Ora il punto è che fino a quando non ne sei cosciente, la responsabilità di fatto non è tua… Ma dal momento in cui ne diventi cosciente, è esclusivamente colpa tua!

Cosa fare allora dopo esserci accorti che la nostra vita ci appartiene in minima parte per ciò che riguarda modi e risultati? Proviamo a cambiare le cose ma… lo facciamo partendo dagli altri, invece che da noi stessi! Il mondo esterno diventa l’unico riferimento, il modello di confronto: e questo ci fa perdere il focus con noi stessi.

Quando ci sentiamo superiori ai nostri simili, ci autoglorifichiamo; se invece sentiamo di essere inferiori, sarà tutta una rincorsa a stare sempre peggio. Se guardandomi intorno penserò che tutti valgono più di me, influenzerò la mia identità verso il basso. Dirò frasi del tipo: “La fortuna gira solo per gli altri”, “Mi accontento di volare basso”, “Tanto io sono cosi, che ci posso fare?”. Quando invece considero le persone che mi circondano ”peggiori” di me, inconcludenti e lamentose, allora inizierò a credere di essere un gran figo, uno che poi non se la passa male, che in fondo ce l’ha fatta e in qualche modo ne uscirà sempre.

Il punto è che tutto questo è inutile. Niente e nessuno ha davvero il potere di farci stare male o bene, di farci sentire giusti o sbagliati. Inconsapevolmente proiettiamo sugli altri le nostre paure, difficoltà, aspettative, ma poi i conti li facciamo sempre e solo con noi. E con “i nostri standard”.

Facciamo un esempio di rapporto con il guadagno. Una persona che crede di poter guadagnare 1.000 euro al mese, agirà, vivrà e si impegnerà per avere quel certo standard di vita. Arrivato a quello, si sentirà padrone del mondo e vivrà soddisfatto. Una persona invece che ha in testa uno standard di guadagno da 10.000 euro al mese, anche portandone a casa 9.000 (che è quasi la stessa cosa) non si sentirà completo e soddisfatto. Sembrerà sempre un leone in gabbia fino a quando non avrà raggiunto quel traguardo.

Se nella nostra vita, non alziamo anche un po’ per volta il livello dei nostri standard, probabilmente aumenteremo il senso di frustrazione. Uno standard di mille euro mensili andava bene a inizio anni Duemila, ai tempi della conversione lira/euro. Con quella somma purtroppo oggi una famiglia con due bambini non arriva a fine mese…

Per evitare dunque di rimanere in zona “sopravvivenza”, ecco qualche consiglio pratico. Io stesso ho dovuto fare grandi sforzi per cambiare i miei standard. Sono convinto che tutti possono farlo, anche se in tempi diversi.

 

Definisci adesso qual è il tuo standard economico, sociale, relazionale, lavorativo.

Rispondi alla domanda: qual è la prossima soglia a cui posso sentirmi soddisfatto (ovviamente rispondi sinceramente e senza raccontartela, né tanto meno dare un giudizio in merito) nelle aree più importanti della mia vita?

 

Cosa puoi fare da subito per alzare del 5-10% il tuo standard nei prossimi 30 giorni?

(Non spararla grossa: se sei abituato da anni a guadagnare 1.000 euro al mese, dire che entro 30 giorni ne guadagnerai 8.000, farà sì che la tua mente non prenderà l’obiettivo sul serio). Il cervello razionale e quello emotivo hanno bisogno di un po’ di tempo per abituarsi a un nuovo standard: quindi punta ai 1.100-1.200 € e mantieni questo per i prossimi 3 mesi. Una volta consolidato, potrai ambire a salire di nuovo un po’. Non esagerare: altrimenti sarà il cervello a creare un sabotaggio!

 

Rapportati con persone che rappresentano con fatti reali lo standard a cui tu ambisci.

Come dicevamo il mondo è pieno di chiacchieroni… Condividi dunque il tuo tempo con individui che siano per te di ispirazione grazie a fatti concreti: questo ti indicherà la giusta strada. Meglio essere il numero 3 in un gruppo di vincenti che essere il primo degli… sfigati.

 

AGISCI..!!

Aspettare di avere le condizioni per poi metterti all’opera, è il più basso degli standard… Nessuno nasce con le abilità innestate nel cervello: le capacità si acquisiscono imparando, facendo qualcosa, sbagliandola e rifacendola in continuazione, con modi e strategie diverse. Insistendo, la soluzione arriva: commettendo molti errori, alla fine potrai solo riuscire!

 

Ti auguro di costruire la tua vita, sentendoti felice e realizzando gli standard che desideri. A patto però che tu lo voglia veramente!

Massimiliano Litto

 

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