Glielo avevo promesso già dall’anno scorso, ma poi per mille motivi non ce l’avevo mai portato.
Ma da quando è piccolo gli insegno che “le promesse si mantengono”, che “la parola è sacra”, che “se si dice una cosa, si fa” e, sapendo bene che con i bambini conta molto più dimostrare con l’esempio ciò che si insegna, piuttosto che dirlo e basta, ho sempre cercato con lui di mantenere il più possibile la mia parola: piuttosto non gli  prometto nulla, ma se glielo prometto cerco di farlo.

Perciò quando all’inizio dell’estate l’allenatore “amico” aveva lasciato posto a un nuovo allenatore, caso vuole “amico” anche lui, poiché tempo fa aveva frequentato insieme al suo vice un mio corso, la prima cosa che avevo detto a Ricky era stato: “a settembre ti porto a Bogliasco a vedere l’allenamento della Sampdoria e a incontrare i giocatori, come ti avevo promesso!”

E così, qualche giorno fa, eccoci varcare il cancello del campo di allenamento della nostra squadra del cuore.
Ero davvero emozionato!
Perché stavo entrando nello spazio riservato solo a Cassano e company?!? Macché!!! Negli ultimi mesi ci sono entrato svariate volte e, sebbene il tifoso che è dentro di me sia negli ultimi tempi particolarmente scatenato, sinceramente non me ne poteva fregare di meno!…
Ero emozionato per Ricky!
Sapevo che per lui sarebbe stato un pomeriggio speciale, un giorno che probabilmente avrebbe ricordato per tutta la vita!
Eh si, perché a 10 anni conoscere i propri idoli, avvicinarsi a quei campioni così inavvicinabili, non è una cosa da tutti i giorni e desideravo con tutto il cuore che fosse per lui quell’esperienza da favola che avrei tanto voluto vivere io da ragazzino!…

E fortunatamente così è stato. Una giornata speciale, per lui e per me.

L’entusiasmo e la gioia che aveva negli occhi quando abbracciava timidamente i suoi campioni preferiti per le foto ricordo o quando se li guardava ancora incredulo mentre gli autografavano la maglietta, sono difficilmente descrivibili, come è difficilmente descrivibile la felicità che ho provato in quegli attimi.
Felice per lui e fiero di me.
Ero consapevole di aver creato le condizioni perché il mio bambino vivesse un esperienza unica, speciale, assolutamente indimenticabile.
Gli anni passeranno, ma quel ricordo rimarrà per sempre. Quel giorno in cui il suo papà è passato a prenderlo a scuola e, dopo una scorpacciata di sushi (!!!), lo ha portato a Genova a vedere da vicino l’allenamento della Samp.

Ai miei corsi parlo spesso di “magic moments”, di quei momenti magici che rendono la vita degna di essere vissuta, che ci fanno stare particolarmente bene, che ci fanno vivere emozioni così belle e intense da imprimere quei ricordi nella nostra memoria in maniera assolutamente indelebile. E non manco mai di invitare le persone a fare il possibile per creare costantemente nella propria vita tanti “magic moments”, di fare in modo di riempire la propria esistenza di momenti pieni di amore, di gioia, di felicità, di entusiasmo, di stupore, di passione, di tutte quelle emozioni che ci fanno stare incredibilmente bene!
E per farlo non c’è bisogno di andare sulla luna…
I momenti magici molto spesso sono creati da cose semplici: il sorriso di un bambino, la felicità negli occhi della persona che ami, il piacere di una sorpresa fatta a qualcuno o la soddisfazione di aver affrontato una situazione difficile.
Il modo migliore e più appagante per vivere un “magic moment”? Regalarne uno a qualcun altro! In particolare a coloro che ami o che sono importanti per te…
E, manco a dirlo, tra queste persone puoi includere anche te stesso!

Come puoi sempre più creare momenti magici per te e per chi ti circonda?