Proprio l’altro giorno mi sono trovato a partecipare a una riunione, una di quelle riunioni dove alcuni partecipanti vengono presentati per la prima volta mentre altri si conoscono da tempo. Ed essendo tra quelli che venivano presentati per la prima volta ero ben presente, attento e in posizione di ascolto.
Purtroppo mi sono accorto ben presto che la riunione sarebbe andata per le lunghe e che non avremmo concluso gran che…
Alla base infatti c’era un grosso problema di comunicazione.
Gente che lavorava assieme da 10 anni e ancora non si capiva (o non si ascoltava), messaggi poco chiari, contraddizioni e il mio tempo che se ne andava senza possibilità di recuperarlo.
Vi è mai capitata una cosa del genere?
Ho il forte sospetto che la risposta sia si, che siate rimasti vittime almeno una volta di una situazione simile.
Quello che mi ha colpito, è che le cose non andavano per le lunghe a causa di posizioni diametralmente opposte. Tutt’altro, erano bene o male tutti d’accordo e saremmo potuti andare a casa in mezz’ora, ma non si arrivava mai al dunque.
E’ vero che comunicare con un gruppo di persone non è come comunicare con una persona sola, ma in entrambi i casi valgono le regole di una comunicazione efficace. L’unica grande assente della riunione.
Sulla comunicazione e su come vada gestita, spesso c’è un po’ di confusione, insomma… non ci si capisce! 🙂
Il fatto di essere ben informati sull’argomento, di sapersi esprimere bene e di avere un buon livello culturale non significa necessariamente essere un “buon comunicatore”.
Comunicare è infatti molto diverso da “informare”. Spesso confondiamo le due cose.
Possiamo valutare facilmente la qualità di una comunicazione in questo modo: quanto ha capito l’interlocutore del nostro messaggio?
Ecco dove si deve concentrare la nostra attenzione: non su di noi, sulle nostre abilità e sulla nostra bravura, ma sul nostro interlocutore.
Se chi ci ascolta ha compreso esattamente il messaggio, allora siamo stati bravi a comunicare. Altrimenti no, indipendentemente da quanto siamo stati raffinati, precisi e preparati nell’informare.
E’ il “passare del messaggio” – oppure no – a determinare il nostro successo in comunicazione.
La comunicazione ha infatti sempre uno di questi 2 obiettivi (spesso entrambi):
– far intraprendere un’azione all’interlocutore
– far sì che l’interlocutore prenda coscienza di qualcosa
Per raggiungere questi obiettivi, spesso diamo un’importanza quasi totale alle parole dimenticandoci che chi ci sta di fronte recepisce un messaggio molto più ampio.
Una comunicazione efficace infatti è costituita solo per il 7% dalle parole, un buon 38% è costituito dall’uso che facciamo della nostra voce (tono, espressione, velocità, ecc) e un 55% dalla nostra comunicazione non verbale.
Lavorare solo sul 7% e ottenere un risultato da 100% sarebbe un vero miracolo!
Questi 3 elementi – contenuto, tono, linguaggio non verbale – devono inoltre comunicare un messaggio coerente: se le parole dicono una cosa e il linguaggio del corpo ne comunica un’altra, istintivamente percepiamo la comunicazione come dubbia, non ci convince.
Inconsciamente sappiamo che c’è qualcosa che non va.
Infine, se mettiamo la nostra attenzione sul destinatario, questo ci sarà utile anche per monitorare costantemente se sta seguendo il nostro discorso e se sembra recepirlo nel modo che desideriamo.
Dobbiamo costantemente confrontarci con l’interlocutore per capire se la comunicazione sta funzionando in modo efficace.
Perché ricordiamoci sempre che se gli altri non hanno capito è nostra responsabilità!
Quindi per comunicare effettivamente teniamo sempre a mente queste cose:
1. attenzione al destinatario perché dobbiamo “passare” un messaggio
2. attenzione ai 3 elementi della comunicazione: contenuto, tono e linguaggio non verbale
3. attenzione al feedback delle persone alle quali comunichiamo, pronti a modificare la nostra comunicazione per arrivare dove vogliamo arrivare
Lo scopo è eliminare le barriere alla nostra comunicazione e creare delle autostrade per le nostre idee così che, quando abbiamo qualcosa di valido e interessante da condividere, il messaggio arrivi chiaramente agli altri.
La nostra vita è comunicazione, è lo strumento per far vivere le nostre idee e trasformare non solo la nostra vita, ma anche quelle degli altri e magari il mondo.
E poiché a scuola non ce l’hanno insegnata (e incredibilmente ancora oggi non la insegnano ai neppure ai nostri figli!), vale la pena decidere di dedicarci tempo ed energie per studiarla, conoscerla e utilizzarla efficacemente!
Luisa Oreglia
Concordo pienamente Roberto! Siamo noi (e solo noi) i responsabili della nostra comunicazione! Può anche capitare che i messaggi che mandiamo vengano interpretati in modo non del tutto “corretto” dal nostro interlocutore, perché ognuno filtra le informazioni a seconda della propria mappa del mondo quindi è essenziale assicurarsi che il messaggio arrivi in modo adeguato! Grazie di questo bell’articolo!
fabio
parole sacrosante ! una delle cose principali che ci differenziano dagli animali è la parola, ma spesso la usiamo cosi male….. che queste differenze si faticano a vedere !
mino
Ma quante fesserie sapete vendere voi professionisti della comunicazione…i miei complimenti!
ambra nepi
Grazie per questi preziosi consigli!
giuseppe
sono pienamente d’accordo sono molto interessato all’argomento e voglio approndirlo!!
Stefano
Tutto sbagliato!!! Ma cosa stai dicendo??? Non è assolutamente così!!! Nooooooo No Nooooooooooo. Ahahahah scherzo Roberto ottimo articolo. Grazie
Stefano
Ottimo contenuto come sempre!
Sembrerebbe una cosa cosi naturale comunicare con gli altri e invece guarda quanti dettagli potremmo ottimizzare. Condivido con Luisa nell’affermare che siamo noi responsabili della nostra comunicazione ed è quindi di riflesso nostro compito cercare di migliorarla innanzitutto aprofondendo gli elementi che citi tu nell’articolo.
Letizia
OTTIMO COME SEMPRE, GRAZIE!!!
Daniela
Efficace e incisivo. Come sempre.
Giovanni
Quante volte mi capita di assistere a riunioni assurde dove si dice A e puntualmente chi sta dall’alt5ra parte comprende B… e il bello è che tante volte ci si crede anche degli ottimi comunicatori 🙂
Francesco Schillaci
Ottima lezione ! ! !
Concordo pienamente…
lorena
Un buon riassunto di ciò che c’è scritto in tutti i libri di comunicazione
beniamino pozza
ottimo, quando si leggono “le istruzioni” d’ uso si capisce bene, ma il guaio è quando si tenta di corregersi…presi dalla preoccupazione di prensentarsi bene, di spiegare bene alla fine o si va fuori da quello che ci si era prefissati o si sbaglia la comunicazione..penso che si devono fare delle “prove” a casa per padroneggiarsi meglio…
john
… argomento interessante… E come si migliora su questo aspetto?
Valeria
nel mio lavoro parlo molto con le persone e spesso mi rendo conto di non riuscire a far passare bene il messaggio… ottimo consiglio GRAZIE!
Maria
In poche parole: quando comunichiamo qualcosa la prima persona convinta di quello che dice dobbiamo essere noi, altrimenti il non verbale ci tradisce. Giusto?
luca Pedrazzini
Quante volte al liceo o all’università abbiamo incontrato professori noiosi, con voce bassa e cantilenante? Persone spente, prese dalla routine quotidiana e non più guidate dalla passione. Altre volte invece ci siamo entusiasmati di fronte a discorsi appassionati, vibranti, che ci hanno fatto uscire dalla sala carichi di tensione emotiva positiva! Credo che il tuo messaggio passa bene attraverso gli altri se è vero, e tu per primo ci credi. In questo modo anche il tuo corpo ti segue ed il risultato sarà fantastico! Avrai tutti dalla tua parte!
Antonietta Amasino
Sovente vediamo le persone come vorremmo che fossero o come crediamo che siano. I pregiudizi ci portano a non ascoltare le parole dette. Sovente diamo per scontato che chi sta davanti a noi, solo perchè influenzati dal giudizio di altri o per antipatia o per presunzione, erroneamente non sia propositivo e che quanto ha da dire sia privo di importanza e considerazione da parte nostra.
Ho perso qualche amico e forse qualche “amore” proprio per non aver saputo trasmettere “il mio messaggio” attribuendo ad altri la colpa di non avermi compresa!
Riccardo
Concordo al 100%. Nel tempo mi sono costruito sette tipi di comunicazione a seconda della platea e circostanza
massimo
BEDDU,BEDDISSIMO,SCIACCQUATUNAZZU DE MAMMA. ACCUSSIIIII SE PARLAAAA
Valentina Piana
Sei Grande Roberto, Ti ammiro sempre di più….
e mi sei d’aiuto per tenere a bada il mio cervello che spesso fuma… Grazie
Marco Veneri
Ciao Roberto è più di un anno che seguo il Fly e ho fatto i seminari, emotional, power,leadership. Come scrivi tu in questo blog la comunicazione è una delle priorità per la nostra vita, comunicare è stare con i nostri simili ed esprimere i nostri concetti in maniera chiara e comprensibile, ma sappiamo quanto sia difficoltoso e solo una buona palestra come il Fly dove costantemente alleni la tua mente e segui i consigli di persone esperte ti può aiutare in questo intento. Ti vorrei ringraziare pubblicamente per tutto ciò che fai, per la fantastica persona che sei, per l’energia che sprigioni ed alimenti a chi ti è vicino, ti ringrazio per avermi trasmesso i tuoi insegnamenti e avermeli fatti parte costante della mia vita. Ora sono io che guido la mia vita perchè ho i mezzi necessari per capire da che parte voglio andare, e sono io il responsabile del mio presente e futuro, un forte abbraccio per tutto ciò che fai per noi e per essere sempre preparato e pronto a trasmettere le ultime novità. Spero di rincontrarti presto ti auguro dal cuore ogni bene GRAZIEEEEEEE!!!!Marco
Lucia - Doposcuola I CIGNI
Sì, per me noi stiamo comunicando veramente solo quando “moviamo” noi stessi e gli altri:)
Lucia
Barbara
Carissimo Roberto, come hai ragione! Faccio l’insegnante e dopo una vita passata ad imparare dei contenuti (per gli esami, per i concorsi, per le lezioni, per i corsi di aggiornamento…) ho capito che nel mio lavoro è l’aspetto meno importante! Per fortuna ora, grazie al percorso Academy, sto recuperando. Ma che fatica con i colleghi: mi sembrano lontani mille miglia!
Grazie davvero. Sei un grande.
Barbara
Lorenzo Michielli - Gorizia
Limpido come acqua di sorgente, trasparente come l’aria tersa dopo un temporale. Mi fa un piacere enorme la tua parola, semplice ed inequivocabile. Grazie mille, Roberto!
Manu
Grazie Roby, x la tua chiarezza e il tuo esempio!
Manu
Grazie Roby x la tua energia e il tu esempio!
CLAUDIO ZUIN
Grazie 1000 Roberto, leggo sempre con molta attenzione quello che pubblichi…
Valentina Gambi
Un esempio lampante alle superiori… non amo particolarmente la matematica… cmq alle superiori avevo ottimi voti con una giovane insegnante, competente e simpatica, in quattro parole ci trasferiva concetti e formule molto chiari, era semplice e piacevole seguirla…. dopo ne è arrivata un’altra, seria, noiosa, cmq sempre competente ma non si riusciva a capire dove volesse andare a finire con tutti i suoi ragionamenti e formule ingarbugliate…. bèh non sono peggiorata soltanto io bensì tutta la classe….in più… ore ed ore di informatica inutile( dato che vi parlo di un Istituto Statale d’Arte)quando,si poteva aggiungere lo studio della lingua estera nei vari orari dato che magari un futuro artista potrebbe anche voler girare e confrontarsi con altre realtà nel mondo…..mah… che dire …questa è la scuola Italiana..
Giuseppe
una nota per il messaggio di Maria del 24-3-12 20:25: non è il massimo della comunicazione fare un’affermazione e chiudere con Giusto? denota una incongruenza di fondo. Anche la comunicazione scritta vuole la sua parte. Saluti
Pierluigi
E’ sempre l’altro, che è importante! Una esperienza: c’è stato un poeriodo nell’ufficio in cui parlare, significava: pettegolare, mettere gli nuni contro gli altri, “figli e figliastri” ecc. Ora anche col mio atteggiamento che vale più di mille parole, che disapprova questo stato di cose anche perchè per una certa persona, ero io da…Buggerare, quaalcosa è cambiato: Le relazioni tra uffici, il Capo che si interessa delle cose, dell’ufficio e…il dente avvelenato….senza veleno! Il tempo dirà se ci sarà coerenza ma sono fiducioso che le cose debbono per forza cambiare pena l’immobilità nell’agire per il bene comune.