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Umberto
Già Roberto, proprio una gran brutta malattia la “rimandite”.
Secondo me però c’è da fare una distinzione tra i vari “rimandini” come li chiami tu:
i rimandini importanti e quelli non importanti (al momento attuale).
Il rimandino importante è quello che posticipi una volta giustificandoti in mille modi, posticipi una seconda volta, una terza, ecc….. fino a schiacciarti come un macigno insostenibile quando arriva il momento che lo devi inevitabilmente svolgere.
Il primo esempio che mi viene in mente – ma ce ne sarebbero molti altri migliori di questo – è il pagamento delle tasse o delle multe.
Ti arriva quella tassa da pagare, sai che la devi pagare e invece la tieni lì sperando che evapori 🙂 o che si paghi da sola.
Poi te ne dimentichi, passano i giorni, i mesi e magari gli anni, ed ecco che la cifra aumenta in maniera spropositata.
Poi invece ci sono rimandini meno importanti, e in questa categoria c’è un elenco sterminato di “cose da fare” che però rimandiamo.
Ad esempio puoi rimandare una determinata cosa ad un tempo futuro e programmato perchè sai che adesso non sei preparato per affrontarla.
Cioè tu sai che devi fare quella cosa ma in questo preciso momento ne hai altre più importanti da gestire, quindi la posticipi alla prossima settimana o al prossimo mese o all’anno prossimo.
Quindi se ad esempio tu sai di dover imparare l’inglese ma sei consapevole di non poterlo fare adesso (anche se potresti benissimo farlo), lo rimandi semplicemente ad una data futura.
In definitiva dico che la rimandite è una brutta malattia, però talvolta è anche necessaria e ottimale, dipende tutto da come la usi.
lucia
complimenti